LECCE – La festa per l’addio al celibato finì nei peggiore dei modi per lo sposo, il fratello ed il cognato per una presunta rapina ai danni due prostitute rumene. In primo grado Simone e Daniele Quarta, di 35 e di 33 anni, di Lecce e Simone De Mitri, 37enne, di Surbo, vennero anche condannati a due anni e quattro mesi. Nelle scorse ore la Corte d’appello di Lecce (Presidente Vincenzo Scardia) ha ribaltato il verdetto nonostante la procura generale avesse chiesto 3 anni e 2 mesi di reclusione senza riconoscere neppure le attenuanti generiche. E’ stata così accolta la tesi difensiva rappresentata dagli avvocati Luigi Rella, Cosimo Rampino e Paolo Cantelmo.
I tre parenti finirono nei guai il 18 luglio del 2008 con un’operazione condotta dai carabinieri della Compagnia di Lecce (all’epoca guidati dal capitano Luigi Imperatore). I parenti erano alle prese con una festa di addio al celibato. A Lecce avevano incontrato due prostitute rumene: 300 euro, pagati in anticipo, in cambio di prestazioni sessuali. Prima, però, erano andati a Melendugno per cenare in un ristorante. Ad un certo punto le due giovani rumene avevano ricevuto una telefonata. Finita la comunicazione avrebbero comunicato ai tre giovani di dover andare via. Gli amici avrebbero preteso la restituzione dei soldi. Ma le rumene si sarebbero rifiutate dicendo che era già passata un’ora. Così sarebbero state sottratte le banconote. Le ragazze denunciarono anche di essere state picchiate. In Appello, tutte le accuse sono cadute.
F.Oli.