GALLIPOLI (Lecce) – Un esposto affinchè la Magistratura faccia luce su eventuali anomalie e forzature le nell’affidamento diretto del servizio di rimozione dei veicoli a Gallipoli. A mettere in moto gli accertamenti è stato l’amministratore della Sud Auto, Claudio Giannelli che, assistito dall’avvocato Giancarlo Sparascio, ha depositato in mattinata in Tribunale un esposto in cui riperre una lunga vicenda che si è dipanata su due binari: quello penale e quello amministrativo.
Con determinazione a contrarre del 19 settembre scorso l’allora dirigente del settore polizia locale del Comune di Gallipoli aveva avviato la procedura di affidamento per la durata di cinque anni del servizio di rimozione, blocco e custodia dei veicoli per violazione del codice della strada nonché di quelli abbandonati su area pubblica. Si tratta di un servizio già oggetto di passate polemiche. Nell’ottobre del 2016 il Tar di Lecce annullò la procedura aperta finalizzata all’individuazione del contraente tramite la pubblicazione di un bando di gara in ragione della previsione di un termine per la presentazione delle offerte in violazione delle disposizioni recate dal Codice degli Appalti. In questa circostanza, per contro, il Comune di Gallipoli, in luogo della gara pubblica, ha inteso ricorrere all’affidamento diretto del servizio stabilendo, nel contempo, che si sarebbe comunque proceduto a richiedere un’offerta entro il 27 agosto a tre operatori del settore, già individuati, in possesso dei requisiti previsti dal capitolato tecnico, tra cui la disponibilità di una depositeria nell’ambito del territorio comunale.
Le motivazioni sottese al ricorso all’affidamento diretto, secondo la ricostruzione del dirigente, sarebbero da rinvenire in una non meglio precisata media di 20 rimozioni riferita al passato per un importo futuro stimato di 2mila euro all’anno. Ciò nonostante negli atti il valore della concessione continua ad essere reputato puramente presunto anche a fronte del considerevole flusso turistico atteso per la stagione estiva e connesso incremento del traffico veicolare, laddove per la sola rimozione dei veicoli abbandonati su area pubblica veniva impegnata la somma di 15mila euro.
Sennonché, venuta a conoscenza dell’espletamento della procedura, la Sud Auto s.r.l., società operante da decenni nel settore, che già in passato ha svolto il servizio a favore del Comune di Gallipoli, ha inoltrato il 31 agosto al dirigente, al segretario comunale, al rup (responsabile unico del procedimento) e, per conoscenza, al sindaco un’istanza di annullamento in autotutela degli atti al fine di indire una pubblica selezione avendo elementi per ritenere verosimilmente, da un lato, che nell’arco dei cinque anni della concessione la soglia di 40mila euro si sarebbe potuta superare con conseguente illegittimità dell’affidamento diretto; dall’altro, la stessa previsione della durata quinquennale violava l’articolo 354 del Regolamento di Esecuzione del Codice della Strada che, per la concessione in questione, prevede il limite di un biennio rinnovabile.
Si arriva così al 28 settembre quando Comune riscontra negativamente la richiesta mentre adotta la determina di affidamento del servizio ad un’impresa di Gallipoli riducendo, invero in modo sospetto, la durata della concessione dagli originari cinque anni a soli due anni; nell’ambito dello stesso atto, nondimeno, la Sud Auto si avvede che tra le tre ditte invitate a formulare l’offerta era presente, in modo parimenti sospetto, un’azienda di Galatone, contrariamente a quanto stabilito nel capitolato. Sicché, il 12 ottobre la Sud Auto avanza istanza di accesso agli atti per avere contezza dell’elenco delle rimozioni effettuate almeno negli ultimi cinque anni appresentando altresì che nel corso del 2015 essa stessa aveva effettuato ben 16 rimozioni in soli due giorni per un totale di 1514 euro senza contare quelle effettuate da altre aziende.
Con una nota del 13 novembre, per contro, il rup ed il dirigente del settore hanno negato l’accesso ritenendolo preordinato ad un controllo generalizzato e non sorretto da alcun interesse, allo stesso tempo avvertendo la società che non avrebbero più dato riscontro a nessuna richiesta. Da qui la decisione della società di presentare un esposto in Procura.
F.Oli.