MELENDUGNO (Lecce) – Nuovi sviluppi nell’inchiesta sul presunto inquinamento della falda sottostante al cantiere Tap. Nella mattinata di ieri, nelle province di Lecce, Roma, Milano e Padova, i militari del Noe di Lecce, insieme ai colleghi di Roma e Milano e al comando provinciale del capoluogo salentino, hanno eseguito un decreto di perquisizione e di sequestro a firma del procuratore capo Leonardo Leone De Castris e del sostituto procuratore Valeria Farina Valaori nell’ambito del procedimento sulla realizzazione del gasdotto Tap. Sono state perquisite le sedi legali, operative, uffici e cantieri della società Trans Adriatic Pipeline a Melendugno, Roma e Lecce mentre a Villafranca padovana è stata perquisita la sede del laboratorio di analisi “Sgs Italia spa” che è il centro di analisi utilizzato dalla multinazionale per le indagini ambientali sui vari cantieri dell’opera.
L’attività ha consentito di ritrovare e sequestrare una corposa documentazione anche su supporto informatico ed in particolare tutti i rapporti di prova, analisi e altri documenti dal novembre dello scorso anno collegati ai campionamenti effettuati sulle acque di falda sottostanti il cantiere Tap in località San Basilio dove, dalle indagini condotte dai carabinieri del Noe e da Arpa Puglia, era stato riscontrato il superamento della concentrazione della soglia di contaminazione (il cosiddetto Csc) di alcuni parametri, tra i quali il cromo esavalente.
Nel procedimento in questione risultano indagati il country manager Italia di Tap e l’ex amministratore legale, Michele Mario Elia, di 72 anni, Clara Risso, 58enne, e il project manager Italia, Gabriele Paolo Lanza, di 55 anni.Tutti gli atti sequestrati, già dalle prossime ore, saranno messi a disposizione degli inquirenti leccesi che, insieme ai militari del Noe, avvieranno lo spulcio per un’attenta disamina.
Fonti dell’azienda Tap che sta costruendo il gasdotto, affermano che “Tap sta assicurando la massima collaborazione alle autorità” .