LECCE – In mattina, al corteo che ha attraversato il centro storico hanno partecipato 50 tra associazioni, partiti e movimenti. L’obiettivo era promuovere un Salento solidale e accogliente che dice no al decreto Salvini. In prima fila l’Arci Lecce: “Il decreto sicurezza produce insicurezza: spalanca le porte a lavoro nero e microcriminalità. Invece l’immigrazione va gestita diversamente”. Cortei colorati, cartelli che tendevano a sensibilizzare sui morti in mare e inni (inclusa Bella Ciao) per fino in Piazza Sant’Oronzo. C’erano anche me associazioni studentesche più a sinistra a gridare la loro voglia di un Salento solidale.
Per un Salento aperto e solidale” è indetta dal “Coordinamento leccese contro il decreto sicurezza”. “Un corteo che nasce dalla volontà di continuare a lottare per una società più umana, che ponga al primo posto la difesa degli ultimi, tutti, al di là del colore della pelle e delle nazioni di provenienza – spiegano gli organizzatori – Togliere i diritti ai migranti significa limitare i diritti di tutti.
In questo clima di odio legalizzato, dove non possiamo accettare che l’indifferenza diventi normalità, vogliamo diffondere un messaggio forte e deciso, che unisce tante differenti realtà del territorio, laiche e religiose, con l’obiettivo comune di lottare per una società più equa e giusta in cui nessuno resti indietro.
Abbiamo assistito negli ultimi 20 anni ad un progressivo inasprimento delle politiche (anti)migratorie con misure sempre più restrittive e contrarie al senso di umanità; sentiamo che i valori di accoglienza, di uguaglianza, di giustizia sociale che sono alla base della nostra Costituzione, delle Convenzioni internazionali e delle nostre convinzioni siano pesantemente messi in discussione.
Associazioni, partiti, movimenti studenteschi, amministrazioni comunali, docenti universitari, rappresentanti della cultura e liberi cittadini hanno sostenuto in queste settimane l’appello del comitato promotore di condividere la propria adesione sui canali social con l’hashtag #salentosolidale.
“Siamo davvero tanti a voler proporre una società ricca di cultura, di musica, di arte, di solidarietà, che ricacci indietro nei secoli ignoranza ed egoismo“, dichiara Anna Caputo, presidente di Arci Lecce.
Da Nabil Bey dei Radiodervish al cantautore salentino Mino De Santis, da Dario Muci a Enza Pagliara passando per Fernando Blasi, in arte Nandu Popu,Rocco Nigro, Rachele Andrioli, Cesare Dell’Anna, gli Officina Zoè, il regista Alessandro Valenti, l’attore Fabrizio Saccomanno sono alcuni dei nomi che hanno aderito alla campagna social #salentosolidale.
A rispondere all’appello del “Coordinamento leccese contro il decreto sicurezza” anche l’Università del Salento che ha condiviso una sua nota firmata da docenti, studenti e personale tecnico-amministrativo. “Il sapere, l’università e la partecipazione studentesca devono essere le armi principali da utilizzare per combattere l’odio, l’indifferenza e la discriminazione. È necessario ripartire dall’Università, centro di cultura e formazione, per ricostruire quella coscienza civile e sociale che risulta essere violentata e insultata”, si legge nel testo che vede tra i primi firmatari il docente Fabio De Nardis, Katia Lotteria del personale tecnico-amministrativo, le studentesse Rosanna Carrieri e Tamara Scarciglia delll’associazione Link.
Anche gli scout Cngei di Lecce hanno condiviso un proprio comunicato a firma del presidente Giovanni Romano: “È ora di prendere posizione come associazionismo Scout e di partecipare attivamente scendendo in piazza per rivendicare l’identità di un Salento aperto e solidale e chiedere un welfare adeguato che risponda ai bisogni delle persone in difficoltà, diritto alla vita e ad una accoglienza per tutti gli esseri umani”.
Lasciare per strada persone, famiglie e bambini non è un gesto umano, così come chiudere i porti e non consentire un approdo sicuro a chi cerca disperatamente aiuto.
Non ci tireremo indietro per difendere i valori della nostra Costituzione. Vogliamo un Salento che sia aperto e solidale. Per questo chiediamo giustizia, rispetto dei diritti umani e dignità per le persone, porti aperti, un welfare adeguato ed universalistico che risponda ai bisogni delle persone, adeguato soccorso alle persone in difficoltà, corridoi umanitari, il diritto a una vita e accoglienza dignitosa per tutte e tutti, canali di ingresso regolari per ricerca lavoro.
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