Lorenzo Giraudo, 26 anni laureando in medicina presso il Polo San Luigi di Orbassano all’Università di Torino, è il coordinatore di uno dei numeri verdi che sono stati messi a disposizione dalla Regione Piemonte per far fronte all’emergenza sanitaria legata al COVID-19. Sono dei volontari, laureandi o laureati in medicina, che svolgono la loro parte per aiutare la corretta gestione di questa diffusione del Nuovo Corona Virus. Lorenzo è il tramite tra l’Unità di Crisi della Regione Piemonte e i suoi colleghi.
Lorenzo, cos’è realmente il Nuovo Coronavirus? Il coronavirus è un virus che esiste da anni, cosa cambia tra quelli precedenti e il COVID-19?
Premetto che alle domande sul nuovo Coronavirus rispondo da semplice studente di medicina: il sito del Ministero della Salute e i Medici di Medicina Generale (i cosiddetti “medici di base”) sono le sedi giuste a cui rivolgersi per avere delle informazioni sicuramente più affidabili di quelle che posso dare io. Questo agente patogeno è un virus facente parte di una famiglia molto variabile. Hai detto bene che conosciamo da molti anni dei “Coronavirus”, ma questi danno patologie che vanno da forme di raffreddore a forme più gravi, come la famosa SARS del 2002. I dati su questo nuovo Coronavirus non sono ancora del tutto completi, quindi è importante seguire le indicazioni del Ministero e delle varie Regioni per consentire un’analisi approfondita.
Qual è la differenza tra l’influenza procurata dal Nuovo Coronavirus e quella solita a cui siamo più abituati?
Chiamarla “influenza” è una scelta comunicativa che sottolinea come non ci si debba far prendere dal panico, ma può essere fraintesa: questa patologia si chiama CoViD-19. In generale, mentre l’influenza comune colpisce le alte vie respiratorie (naso che cola, mal di gola ecc.), questo nuovo Coronavirus colpisce più spesso le basse vie, quindi causa fiato corto e mancanza di respiro più frequentemente dei virus influenzali. Ad ora la letalità di questo virus è stimata al 2%, ed i dati italiani sembrano in linea con questa stima: questo lo renderebbe più grave dell’influenza comune, che ha un tasso di letalità circa 10 volte inferiore, ma ciò non deve in alcun modo portare ad allarmismi ingiustificati. Nel 2% di decessi ovviamente sono contati molti casi in cui c’erano patologie pregresse, magari proprio alle vie respiratorie, e in questi casi molti altri virus possono purtroppo portare al decesso: è responsabilità di tutti seguire con attenzione le precauzioni consigliate dal Ministero della Salute (lavarsi le mani spesso, starnutire nella piega del gomito, evitare di stare a contatto con chi ha sintomi di infezioni respiratorie) proprio per evitare che questo virus arrivi a soggetti fragili. Sarebbe inoltre bello che queste precauzioni fossero seguite sempre, non solo in questo momento: sono estremamente efficaci nel contenere le epidemie, e credo che se tutti le seguissimo avremmo anche meno decessi annuali per altre malattie infettive (ad esempio per l’influenza, circa 8000 all’anno in Italia).
Può essere asintomatico e quindi essere trasmesso anche perché chi lo ha contratto non ne è consapevole?
Questa è una questione molto dibattuta. Il problema principale è che se qualcuno è asintomatico, per definizione, è difficile che arrivi a ricevere una diagnosi (e quindi a fare una statistica): si stima che una gran parte dei casi sia tanto lieve da non causare dei sintomi o da essere confuso con una banalissima influenza. Una risposta definitiva a questa domanda ce l’avremo solo in futuro. C’è da dire che attualmente i protocolli si concentrano su chi mostra sintomi, quindi posso presumere che la possibilità di contagio da parte di un asintomatico sia considerata bassissima. Sicuramente la soluzione non è fare il tampone a tutti!
Quali sono realmente i sintomi, qualora si dovessero manifestare?
Come detto, i sintomi più specifici si concentrano spesso sulle basse vie respiratorie (difficoltà respiratorie). C’è la possibilità che inizi a presentarsi come una semplice influenza, ma nel caso si abbia il sospetto di averlo contratto bisogna tenere conto di moltissimi altri fattori: in quel caso, il vostro Medico di Medicina Generale potrà valutare la situazione a 360 gradi, soprattutto considerando che siamo anche nel periodo di picco di influenza stagionale.
Perché il tampone lo può fare solo chi manifesta i sintomi?
Ogni atto medico impiega delle risorse che vengono, pertanto, tolte ad altri contesti. Per fare degli esempi, il personale che viene a casa a fare il tampone non può andare a fare il massaggio cardiaco a una persona con un arresto, i soldi spesi per il tampone non possono essere utilizzati per altro. Per farla semplice, bisogna fare il tampone solo qualora si abbia un forte sospetto di infezione da questo nuovo Coronavirus: se tutto il sistema sanitario fosse impegnato a fare tamponi a 70 milioni di persone non potrebbe più curare chi ha altre patologie urgenti.
Tra quanto sarà pronto un vaccino?
Questo non lo so proprio dire: ci sono molti gruppi di ricerca impegnati a trovarlo e a sperimentarlo. Qualora lo trovassero, servirebbe il tempo necessario a produrlo e distribuirlo: la speranza è che si abbia entro qualche mese. Raccomando di consultare il sito dell’Istituto Superiore di Sanità o del Ministero della Salute per avere notizie su questi sviluppi scientifici.
Quale procedura seguite voi operatori?
Gli operatori dei numeri verdi devono seguire il protocollo deciso dalle Regioni. Non posso entrare nei dettagli tecnici, ma il fine è quello di smistare l’utente alle persone che possono aiutarlo a gestire il suo caso specifico (Medico di Medicina Generale, numero per le emergenze, numero verde nazionale 1500 ed altri).
Quante telefonate state ricevendo quotidianamente e quanto la rete di numeri verdi è in grado di supportarne?
Non so i dati precisi, per quanto riguarda il Piemonte posso dire che l’impegno degli operatori sta garantendo all’utenza un servizio che trovo eccellente, sia come tempi di attesa che come qualità della gestione della telefonata.
Quanti operatori ci sono al momento in Italia?
Ogni Regione si è organizzata autonomamente sulla base delle attività che sta svolgendo.