“Il Primitivo è un vitigno appartenente alla storia e all’identità della Puglia, voce coerente del nostro territorio e delle nostre tradizioni, la cui localizzazione geografica è da difendere contro ogni tipo di speculazione e concorrenza sleale. Non possiamo evitare, come prevede la legislazione europea e nazionale, che questo vitigno possa essere coltivato in altre regioni ma assolutamente è da impedire che altri territori possano sfruttare sull’etichetta il nome di un vitigno tradizionalmente pugliese, la cui storia affonda le radici nel lavoro decennale di viticultori locali. Dobbiamo assolutamente scongiurare la revisione dei disciplinari dop e igp che prevedano di utilizzare la varietà Primitivo fuori dal territorio autoctono”. Sono le parole di Cristian Casili, consigliere regionale del M5s, che interviene nel dibattito scaturito in seguito alla delibera della Regione Sicilia, con cui si autorizza in territorio siculo la coltivazione e la produzione di Primitivo.
“Sappiamo – prosegue Casili – che la crescita economica di questo vitigno fa gola a molti, basti pensare che solamente per quanto riguarda la Doc Manduria il Primitivo genera un giro d’affari da 140 milioni di euro che, nell’anno 2019, ha visto imbottigliare quasi 17 milioni di litri per oltre 23 milioni di bottiglie. Un aumento di circa il 12% rispetto al 2018. Ma sono cifre che non scendono improvvisamente dal cielo, sono merito del lavoro d’eccellenza dei nostri imprenditori, col sudore di anni di preparazione, investimenti e innovazione, che hanno resto questo prodotto un traino dell’economia vinicola, agroalimentare ed enoturistica regionale. Non premetteremo l’avanzata di chi vuole sfruttare e sottrarre questo patrimonio, frutto del sacrificio dei nostri viticoltori. Le associazioni di categoria e la politica a tutti livelli faccia sistema per difendere il comparto del Primitivo. Io sarò al fianco dei viticoltori pugliesi in questa battaglia”