CARMIANO (Lecce) – A parti inverse dopo anni e anni di battaglie giudiziarie. E da parte civile nel processo sul rinnovo del consiglio di amministrazione della Banca di Credito Cooperativo della Terra d’Otranto nel 2014 l’ex deputato di Alleanza Nazionale Achille Villani Miglietta finisce sul banco degli imputati. Con l’accusa di diffamazione aggravata nei confronti dell’ex sindaco di Carmiano Giancarlo Mazzotta (prima del commissariamento del Comune), suo primo “nemico” perché concorrente nella scalata ai vertici della banca. Il pubblico ministero della Dda Carmen Ruggiero ha emesso un decreto di citazione diretta a giudizio dopo che il gip Marcello Rizzo aveva disposto la restituzione degli atti al pm perché formulasse l’imputazione coatta. La prima udienza è stata fissata per il 6 ottobre davanti al giudice monocratico della prima sezione penale.
Erano due le questioni su cui il giudice per le indagini preliminari è stato chiamato a pronunciarsi dopo l’udienza camerale del 13 febbraio a seguito dell’opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dall’imprenditore Mazzotta con il proprio avvocato Paolo Spalluto. Due i fatti circostanziati nella denuncia presentata l’11 gennaio del 2018: la pubblicazione di un post sulla pagina Facebook dell’indagato con il quale ironizzava sul fatto che, per essere candidati al Parlamento, occorreva essere indagati per associazione mafiosa o avere parenti legali ai clan; l’utilizzo da parte di Villani Miglietta, come immagine del proprio profilo WhatsApp, di una fotografia con la scritta su un muro:“de m…. truffatore paga li cristiani”.
Relativamente alla prima contestazione il gip ha condiviso la richiesta del pm perché nel post non vi erano riferimenti espliciti a Mazzotta e del resto, all’epoca della pubblicazione il 27 novembre del 2017, nulla di certo si sapeva sulle liste di candidati che avrebbero partecipato alle elezioni politiche del marzo successivo; all’opposizione all’archiviazione erano stati allegati alcuni articoli comparsi su testate locali on line del 31 dicembre del 2017 e dell’11 gennaio del 2018, in cui veniva data notizia del dibattito sulle candidature nei vari schieramenti politici e venivano riportati i nomi di vari esponenti dei partiti, tra cui quello di Mazzotta, come possibili candidati. Pertanto, a fine novembre 2017, vi erano solo voci sulle future ed eventuali candidature, voci che riguardavano anche Mazzotta, ma, data la genericità del riferimento, per il gip “è difficile ritenere (e provare) che il commento di Villani Miglietta si riferisse proprio al denunciante; difficoltà aumentata dal fatto che Mazzotta non è mai stato indagato per associazione mafiosa bensì per estorsione aggravata, il che rende ulteriormente equivoco il destinatario del commento”.
Peraltro Villani Miglietta, nell’udienza camerale, ha spiegato che quel post non riguardava Mazzotta ma faceva riferimento al quadro politico generale dell’epoca, quando le cronache riportavano diversi fatti in cui erano coinvolti politici collegati ad ambienti mafiosi. E a parere del gip, come riportato nell’ordinanza, “nel caso di specie, la genericità del commento, l’equivocità del riferimento, il suo tono ironico e la mancanza in quel momento di qualsiasi decisione ufficiale sulle candidature non con- sentono di escludere che la battuta riguardasse il malcostume, diffuso su tutto il territorio nazionale, di candidare soggetti con problemi giudiziari ed anche soggetti indagati per reati con- nessi alla criminalità organizzata.
A diverse conclusioni il giudice è arrivato per la seconda contestazione. Nella notte del 17 dicembre del 2017 fu lanciata una molotov nel giardino dell’abitazione di Mazzotta e poco dopo comparve su un muro di Carmiano, in Via Lecce all’intersezione con Via Mazzini, la scritta “Sindaco de m…. truffatore paga li cristiani”. All’epoca Mazzotta era sindaco di Carmiano ed un suo collaboratore si impegnò a cancellare la scritta, cosa che fece ma per la sola parola “sindaco”, lasciando visibile il resto. Secondo quanto riferito in querela, il 10 gennaio sempre di tre anni fa, mentre utilizzava WhatsApp, Mazzotta si accorse che Villani Miglietta stava utilizzando come immagine del proprio profilo una fotografia del muro in questione con leggibile la scritta “de m…. truffatore paga li cristiani”.
A difendere Villani, l’avvocato Carlo Gervasi. Nel processo principale dovrà essere sentito come imputato in un processo connesso.