LECCE – Ieri abbiamo annunciato in anteprima il passaggio del consigliere Marco Giannotta nelle file del Pd. I dem così si riprendono un consigliere perso con il passaggio di Saverio Citraro nel gruppo Progetto Città. Ma ci sono dei cambiamenti che con la vittoria di Elly Schlein peseranno nelle prossime elezioni: innanzitutto un Pd in cui si realizza la scalata della vicepresidente nazionale Loredana Capone. Giannotta oggi è più vicino a questa influente personalità politica e per lui si apriranno nuove prospettive.
Il passaggio nel partito democratico era stato già preparato con un’adesione in fase precongressuale, vero?
“Ho scelto il Pd che ha avuto il coraggio di cambiare pelle e che, per farlo, ha deciso di mettere in campo le sue migliori energie. Elly Schlein ha riacceso una speranza e ha ridisegnato il futuro del partito mettendo al centro la forza della comunità e i suoi reali bisogni. Da un lato le risposte, urgenti, da dare ai nostri cittadini, dall’altro i sogni, da sperare e realizzare, nel mezzo il confronto, continuo, serrato e la prossimità. Sono questi i valori in cui mi riconosco e attorno cui, a mio avviso, costruire visioni, programmi e alleanze. Per questo motivo, torno nel Pd, per questo motivo ho scelto di rinnovare la tessera e dare il mio supporto in questo congresso. Casa è quella in cui ti senti parte di un progetto di cui condividi ideali e progetti e oggi, finalmente, il Partito Democratico guarda al presente e al futuro con i miei occhi. M’impegnerò a portare il massimo del contributo. Per la mia città, per i leccesi, che sono la mia famiglia”.
Quanto ha inciso il suo buon rapporto con Loredana Capone e la sua vittoria congressuale? Ci spiega perché ha fatto questa scelta?
“Il mio impegno in politica è legato soprattutto al rapporto di fraterna amicizia e stima con Loredana Capone. Era il 1998 quando mi propose di occuparmi della politica, ‘altrimenti lei si preoccuperà comunque di te’, mi disse. All’epoca ero segretario provinciale del Movimento Studenti e i tempi non erano ancora maturi, volevo prima provare a realizzare i miei obiettivi professionali. Poi nel 2010, ero a Bruxelles, Loredana mi invitò al suo compleanno. Tornai apposta! Fu una bellissima serata e le dissi che finalmente i miei progetti mi avrebbero riportato a Lecce e che mi sarebbe piaciuto riprendere quel percorso che non ebbi la forza di iniziare dodici anni prima. Il resto è una bellissima storia di amicizia e di relazioni umane che mi hanno reso l’uomo che sono oggi. E l’uomo che sono oggi è orgoglioso innanzitutto dell’amica e poi della vicepresidente Loredana Capone, una donna determinata, competente, forte e sempre attenta e riconoscente al lavoro di squadra. E altrettanto felice sono dell’elezione di Elly Schlein perché in lei vedo il fuoco sacro della politica, quella che fa rima con “potere di fare le cose”. Le sue battaglie, da quella per i diritti civili e sociali a quella per il lavoro stabile e dignitoso, per le donne, per i giovani, fino alla sua grande sensibilità e progettualità verso l’ambiente e il clima, mi fanno sentire vicino nella sostanza al suo progetto di partito, ancora di più in questi giorni che per molte famiglie leccesi, pugliesi e italiane, sono difficilissimi da attraversare”.
Lei era uno dei più vicini all’attuale assessore regionale Delli Noci: qual è il suo rapporto con lui?
“Con Alessandro Delli Noci ho un ottimo rapporto. Lui, tra i primi, ha certamente saputo interpretare il bisogno di fare rete sui valori e sugli obiettivi, motivo per cui, in occasione delle elezioni comunali, davanti alle reticenze del Pd di unirsi con i civici nella battaglia per vincere la destra, con Carlo Salvemini sindaco, ho scelto di dargli fiducia e scommettere su una grande coalizione a sostegno del candidato di centrosinistra. E a giudicare da come sono andate le cose, direi che abbiamo fatto bene. Il percorso civico ha avuto per la città di Lecce una grande forza propulsiva nella vittoria sul centrodestra”.
“Progetto città”, il movimento civico nato in seno alla maggioranza con spirito critico, ha guadagnato Citraro e ha perso lei. Perché ha deciso di lasciare quel gruppo? Ne ha parlato con Mignone? Il presidente del Consiglio comunale è amareggiato…
“L’esperineza di Progetto Città è stata una bel percorso messo in campo da persone libere nel pensiero e nelle azioni. In quel momento storico ritenemmo che ritrovarci a ragionare sull’attività amministrativa e offrire al governo uno sguardo criticamente costruttivo e proposito fosse indispensabile. L’arrivo di Saverio Citraro è stato inaspettato ma un momento strepitoso per il valore umano, professionale e politico che Saverio esprime. Conservo un bellissimo ricordo di questa esperienza d’altra parte, però, ho sempre creduto che ciascuno di noi tre avrebbe dovuto perseguire (o iniziare, come nel caso di Pierpaolo) il proprio percorso politico, presupposti fondamentale per chi, come noi, ha sempre avuto l’obiettivo di costruire una maggioranza sempre più ampia e coesa. E sì, ne ho parlato con il Presidente Mignone. Ho informato il gruppo di ogni più piccolo passaggio, e gli altri hanno fatto lo stesso, sempre. L’amarezza di Carlo sarebbe stata anche la mia qualora questa scelta avesse portato lui ad uscire dal gruppo, ma lo conosco, per la splendida persona che è e per l’amicizia e la stima che ci lega, sono certo che comprenderà le mie ragioni”.
Secondo Lei, Salvemini è l’unico candidato possibile nel centrosinistra leccese? Le primarie si possono fare nell’eventualità che scenda qualcun altro in campo?
“Carlo Salvemini sa bene quante e quali fossero le mie perplessità in passato su alcuni aspetti della sua gestione amministrativa, detto questo gli riconosco senza dubbio un patrimonio valoriale di uomo e politico indiscutibile. Ed è per questa ragione che ritengo si debba partire dalla sua esperienza di governo. D’altra parte basta pensare a com’era Lecce nel 2017 e cos’è diventata invece oggi. Il risultato è ampiamente positivo. In ogni caso l’unica cosa di cui si deve parlare oggi, è la vittoria di Schlein lo conferma, sono i temi che interessano i cittadini”.
Per le elezioni leccesi, che si terranno tra un anno, si può stare insieme con M5S, sulla linea regionale, ma anche con i renziani senza implodere?
“L’apertura agli amici dei M5S può essere un’opportunità ma prima di parlare di alleanze, ripeto, occorre ripartire dalle grandi questioni che riguardano la nostra comunità, ragionare su cosa ha funzionato e cosa, invece, deve essere migliorato. Certamente abbiamo bisogno di mettere in campo, insieme, come partito e come maggioranza di governo, un progetto di città che sia quanto più possibile inclusivo, innovativo e rispettoso di tutte le esperienze che si riconoscono nella perimetro politico del centrosinistra. Sull’apertura ai renziani non ho al momento strumenti per elaborare una riflessione e/o assumere una posizione. Mi spiace, però, per la scelta assunta in occasione delle ultime elezioni regionali. La Puglia non aveva bisogno di fratture e la presentazione di un candidato alternativo al presidente Emiliano rischiava evidentemente di favorire il centrodestra, quindi, a meno che non fosse quello l’intento, non ne ho capito francamente la ratio, o meglio, non ne ho colto la propositività”.
Si può fare di più sul campo dei servizi al cittadino a Lecce?
“Da analista di politiche pubbliche e da amministratore comunale so che le politiche pubbliche si legano e si vincolano a un documento contabile che si chiama bilancio. Tutto si lega a vincoli economico finanziari posti dalla legge e/o legati a scelte pregresse. Oggi, questa amministrazione paga un debito di 79 milioni di euro contratti dalle precedenti amministrazioni, un debito per il quale si prevede un rientro nel 2044. Un bilancio di 113 milioni di euro che registra debiti pluriennali per circa 79 milioni è un bilancio assolutamente ingessato, in cui la scelta politica di rafforzamento dei servizi al cittadino (che possano riguardare la mobilità, la cultura, le dinamiche sociali o altro settore) assume un rilevanza marginalissima, a cui si è cercato di ovviare attraverso forme di collaborazione interistituzionali come, per esempio, nel campo delle politiche culturali, la convenzione con il Teatro Pubblico Puglise – Consorzio per le Arti e la Cultura della Regione Puglia grazie alla quale oggi si può offrire alla città di Lecce una programmazione culturale di notevole spessore e soprattutto la fruizione (nel rispetto dei regolamenti in vigore) del teatro Apollo e Paisiello.
Quali sono i progetti su cui puntare?
“Innanzitutto credo che la città di Lecce abbia tutte le carte in regola per puntare ad affermarsi sempre più sul panorama europeo e internazionale quale meta turistica. È sulla buona strada, molto è stato fatto soprattutto grazie al grande lavoro della Regione Puglia con Loredana Capone, dal turismo alle biblioteche di comunità, al Polo bibliomuseale, ma accorre fare ancora tanto. E poi il lavoro, le povertà, i giovani, la famiglia, l’emarginazione, l’inclusione. Insomma politiche pubbliche a misura di tutte e tutti”.
Avrà un atteggiamento di critica costruttiva nei confronti di Salvemini?
“Con Carlo Salvemini ho un sempre avuto un rapporto franco e leale. Con Carlo sindaco abbiamo affrontato e vinto battaglie importantissime: Lupiae Servizi è una di queste per esempio. Vittorie strategiche per questa città. È chiaro che non si può essere sempre d’accordo su tutto, ma la cifra del buon amministratore la fa la sua capacità di dialogare ed è quello che abbiamo sempre fatto”.