LECCE – Negli ospedali della provincia la situazione è esplosiva: mancano medici e operatori sanitari. Tra malattie, penuria di personale e “dispense” molti reparti annaspano. È per questo motivo che vertici della sanità regionale stanno studiando un modo per “collegare” l’ospedale di Gallipoli con quello di Casarano e il nosocomio di Copertino con quello di Galatina: l’intento è quello di ottenere la disponibilità di un maggior numero di medici, coordinati da un unico direttore, da spostare a seconda delle esigenze.
Il manager dell’Asl leccese, Stefano Rossi, conferma: “È una proposta sul tavolo: la Regione Puglia la sta esaminando”. Il presidente dell’Ordine dei Medici, Donato De Giorgi, che svolge funzioni di responsabile dei reparti di chirurgia a Gallipoli e Copertino, è perplesso.
“Non mi risultano allo stato resistenze, ma quella al cambiamento è sempre in agguato…” – aggiunge il direttore Asl.
In questi giorni la Regione sta analizzando il progetto di collegamento tra ospedali per coprire tutta la pianta organica e garantire servizi di reperibilità e guardia di reparto, così importanti per la sicurezza delle persone con problemi di salute acuti.
I vertici regionali si sono impegnati a trovare una soluzione entro ottobre, ma per il momento tutto tace. “Non si può più continuare in queste condizioni: siamo esausti, i turni sono massacranti: è necessaria l’unione gli ospedali” – ci confessa un medico di Casarano che apprezza l’idea.
Per il dottor Donato De Giorgi, invece, è un palliativo che non risolve le cose: “Si vorrebbe fare un polo medico e un polo chirurgico. Ma se Gallipoli ha un buon reparto di medicina e un giorno sposto due medici da lì, per dare man forte a Casarano, rischio di non far funzionare più il primo ospedale. Si finirebbe per diminuire le prestazioni da una parte o dall’altra. Se si prendono in considerazione ospedali come Gallipoli o Casarano, si può facilmente constatare come i medici siano al di sotto del fabbisogno previsto, a cominciare dagli anestesisti”.
La soluzione è molto più dura secondo il presidente De Giorgi: «Bisogna avere il coraggio di chiudere per realizzare grandi poli. Meglio accorpare reparti. I pazienti fanno chilometri, se l’ospedale è affidabile. Se mi dicono che vogliono collegare Lecce a Gallipoli, sono più tranquillo, ma collegarsi a Casarano significherebbe mettere insieme due ospedali che già sono in emergenza di personale: senza la chiusura dei reparti il collegamento non potrebbe funzionare. Sono giochetti di prestigio! Meglio chiudere 2 o 3 ospedali che non hanno personale a sufficienza: non si possono chiedere sempre i miracoli ai medici! A Gallipoli abbiamo una sala operatoria con anestesia e una rianimazione con circa 10 medici: sono insufficienti! Le operazioni non urgenti non si fanno prima che sia trascorso almeno un anno. Non siamo in grado di fissare le date delle operazioni non urgenti.
Il presidente dell’Ordine dei Medici e Chirurghi esprime amarezza anche sulla conversione dei vecchi ospedali, che non sta funzionando: “Quando si chiude un ospedale, come a Nardò, meglio trasformarlo in un campo da calcio, altrimenti i medici restano lì, invece di dare man forte agli altri ospedali” – spiega il presidente.
La provocazione di De Giorgi deriva dalla certezza che non sarà mai coperto il vero fabbisogno di medici ospedalieri: “Ti denunciano, ti picchiano, non hai prospettive professionali, fai il triplo del lavoro perché manca il personale: questo è diventato il lavoro negli ospedali di provincia”. Da un lato la politica sbandiera fiera bilanci in regola, dall’altro l’urlo di dolore dei medici è sempre più forte.