LECCE – Due cave colme di rifiuti speciali spaventano i residenti di Surbo. Amianto, lavatrici, elettrodomestici vari e chissà quante altre cose. La discarica D’Aurio, che prima apparteneva alla SASPI, consiste in due cave: la prima riempita di rifiuti a noi ormai ignoti, con guaina distrutta dagli incendi e un fotovoltaico costruito sopra con soldi pubblici; la seconda, invece, scoperta con amianto e vari scarti a cielo aperto. Siamo a Lecce, ma a soli 500 metri dalle abitazioni di Surbo. Ma cosa è successo in questi ultimi vent’anni lo sanno in pochi. Ne parliamo da due anni, ma la stampa locale sembra non essere interessata: la Rai sì, perché ha contattato la nostra redazione e ha utilizzato la nostra inchiesta. Qualcuno ha preso i fondi per il fotovoltaico e poi lo ha abbandonato su una montagna di rifiuti. Chi gestisce una discarica che dovrebbe essere bonificata e consegnata alla cittadinanza sotto forma di polmone verde, secondo le leggi vigenti, ma che in realtà è una bomba ecologica di dimensioni enormi? Le domande sono tante e dopo la nostra inchiesta del 2017 nessuno è riuscito a dare risposte. Angela Valli, assessore all’Ambiente del Comune di Lecce attende l’Arpa: bisogna capire se i terreni siano contaminati, poi, comunque vada, ci vorranno i soldi per una bonifica definitiva con riqualificazione dei luoghi.
LA VISITA DELL’ASSESSORE ALL’AMBIENTE GIANNI STEA E DELLA POLIZIA AMBIENTALE
Le istituzioni si sono messe in moto, prima con la nostra inchiesta di due anni fa, ora con le proteste di Gianluca Scozzi, residente di Surbo e referente di Sentire Civico, che è riuscito a convincere l’assessore regionale Gianni Stea a visitare le discarica D’Aurio. La politica ha unito le forze, da Puglia Popolare (coordinata da Luigi Mazzei e da Oronzo Vergine a Surbo) a Forza Italia: consiglieri comunali (c’era anche Oronzino Tramacere), dirigenti di partito e istituzioni hanno deciso di fare chiarezza una volta per tutte: in mattinata hanno accompagnato l’assessore all’Ambiente nella discarica per una visita che è durata circa 2 ore. La polizia ambientale era presente e si è messa in moto: nessuno si era mai rivolto a loro. La situazione è inquietante. Mercoledì si terrà il tavolo tecnico regionale attivato da Stea per chiarire la questione dell’abbandono della discarica D’Aurio, che sorge sulla strada di Torre Chianca, dietro la Chiesetta storica, a due passi da Surbo.
IL MISTERO DEI GESTORI
Nel 2018, all’ingresso della discarica campeggiava un grande cartello che spiegava a tutti che su quel suolo ci ha lavorato il Gruppo Waste Mana, con sede in via Zanardelli,99. In quella sede non c’è nessuna traccia di quel gruppo. “Discarica controllata per rifiuti solidi urbani“- recita l’avviso, ma di controllato c’è stato veramente ben poco. Il rame è stato rubato, i pannelli vandalizzati, i pozzetti distrutti, la guaina della discarica bruciata dagli incendi causati dalle sterpaglie. C’è un albero caduto. Le pecore pascolano nei paraggi, dentro terreni che potrebbero essere contaminati da rifiuti speciali. Il vento soffia sull’amianto rotto e su cumuli di rifiuti dimenticati in un luogo indifferente, silenzioso e pieno di enormi pozzanghere dopo la pioggia.