OTRANTO (Lecce) – Ci si domanda molto spesso perché le mascherine anticovid siano merce rara. Anzi, di sovente, introvabili. Un business sul quale l’ombra del lucro e della truffa aleggia in maniera sempre più frequente. A scapito di attività commerciali e del cittadino che ha difficoltà a reperirle sul mercato. Ne abbiamo parlato ieri in un articolo in cui il dottore Domenico Di Tolla, Presidente dell’Ordine dei Farmacisti, ha precisato come le responsabilità non possano ricadere sulle farmacie. Ne riparliamo oggi, ma sul fronte penale. Perché proprio i titolari di due farmacie di Otranto hanno deciso di denunciare la ditta fornitrice per uno stock di mascherine mai arrivate a destinazione nonostante il versamento di un primo sostanzioso acconto. In termini giuridici: truffa. Truffa contrattuale. In giornata le denunce-querele sono state depositate in Procura dall’avvocato Rita Ciccarese.
Eppure la società fornitrice, con sede in Calabria, consultando il suo sito, infonderebbe fiducia e garanzie. Specializzata nella vendita di apparecchi luminosi sull’home page compare un link per l’acquisto di mascherine professionali. Mille di quelle FFP2 erano state richieste da uno dei titolari delle due farmacie: al prezzo pattuito di 4mila e 150 euro, iva inclusa. A metà marzo, in piena pandemia quando si registrava una sfrenata corsa per accaparrarsi un dispositivo di protezione, il titolare aveva anche versato la somma di 2mila e 258 euro, pari al 50% del prezzo di vendita. Accredito regolarmente effettuato il giorno successivo. Dieci giorni per la consegna così come comunicato dalla società. Termine ultimo fissato per il 30 marzo senza che alcuna mascherina arrivasse nel Salento. A nulla sono valsi i tentativi di contattare l’azienda fornitrice. I solleciti sono rimasti lettera morta. Come anche una diffida inoltrata a fine aprile. Nessuna risposta. Né a voce. Né con la restituzione dell’acconto. Un illecito penale. Doloso, per altro. Realizzato con artifici e maliziosi raggiri con cui il titolare della farmacia è stato convinto a stipulare un contratto con la società che, altrimenti, non avrebbe mai sottoscritto.
Sono ancora più consistenti le somme della seconda truffa di cui sarebbe rimasto vittima il titolare di una seconda farmacia di Otranto. In questo caso sarebbe state 2mila le mascherine da acquistare per un prezzo pattuito di 9mila euro. Il raggiro, al momento solo presunto, avrebbe seguito lo stesso spartito. A metà marzo, sarebbe stata versata la somma di 4mila e 500 euro (pari al 50% di prezzo di vendita) con un bonifico poi accreditato il giorno dopo. Scaduto anche in questo caso il termine per la consegna dei dispositivi, la società avrebbe disatteso la consegna. Nelle settimane successive non sarebbe pervenuta alcuna risposta dalla ditta fornitrice nonostante solleciti, telefonate e una diffida. Da qui gli estremi per configurare l’ipotesi di una truffa contrattuale confluita in una seconda denuncia su cui ora sarà la Procura ad effettuare i dovuti accertamenti su un raggiro con i dispositivi di protezione ritenuti dai medici necessari per contenere la diffusione del contagio ma, a quanto pare, per alcuni imprenditori fonte di illeciti guadagni.