Abete in Piazza Panzera bocciato da Lecce Città Pubblica. Scorrano: “Incredulità e ribrezzo”

LECCE – I veleni fra maggioranza e opposizione non si arrestano, ogni occasione è buona: anche la piantumazione di un abete (avvenuta mercoledì scorso in Piazzetta Panzera), quello voluto dall’assessore Scorrano “per rendere meno triste l’area”. “A Natale succedono un sacco di cose – ironizza Lecce Città Pubblica – L’Assessore Scorrano, esprimendo uno stato d’animo pervaso da quotidiana tristezza, con il fine di rallegrare le sue giornate lavorative nella sede degli uffici comunali di Piazzetta Panzera, ha disposto la messa a dimora di un abete, notoriamente albero di montagna, a Lecce. Non comprendiamo due cose:

1) in che modo un abete può integrarsi con le palme secolari che ancora svettano in tutta la loro bellezza e accompagnano la storia di uno degli spazi pubblici più importanti del centro storico di Lecce, diventandone un simbolo;
2) come un abete possa ambientarsi bene in un clima come il nostro che sebbene stia mutando, non è ancora di montagna… Perchè spazzare via la memoria, l’identità e la bellezza di Piazzetta Panzera per affrettarsi a fare qualcosa per Natale?

È a conoscenza l’Assessore che l’amministrazione è dotata ormai da più di un anno di un primo stralcio di regolamento sulle alberature urbane e che l’abete non figura negli elenchi allegati al regolamento, né nella documentazione in corso di redazione del Piano del Verde?
A proposito: che fine ha fatto questo Piano?

È a conoscenza l’Assessore poi che l’art. 43 delle Norme Tecniche del PRG “qualifica come beni culturali di valore ambientale i giardini esistenti nel centro storico…vincolandone il loro uso e prescrivendo per essi il mantenimento delle essenze arboree esistenti; il loro incremento potrà avvenire esclusivamente con essenze indigene o naturalizzate da lungo tempo nel nostro paesaggio”?
Noi non vogliamo essere burocrati,
ma la storia e l’identità di Lecce ci sta a cuore, e ci chiediamo se la Soprintendenza abbia autorizzato questa iniziativa che ci preoccupa non poco, perché potrebbe replicarsi”.

LA REPLICA DELL’ASSESSORE SCORRANO

L’assessore Gianpaolo Scorrano replica a stretto giro, ironizzando sul fatto che Lecce non è in montagna, ma nemmeno ai tropici: “Incredulità, stupore e ribrezzo: questo è lo stato d’animo dello scrivente nel leggere le dichiarazioni apparse oggi sulla homepage di Lecce Città Pubblica. Un post contro la messa a dimora di un abete che denota la pochezza umana di chi lo ha scritto e non ha avuto neanche la decenza di firmarlo. Un attacco personale da parte del movimento politico che fa capo al già sindaco Salvemini e all’ex assessore all’urbanistica e al verde pubblico Miglietta che definire vergognoso sarebbe un eufemismo.

Anziché esser tutti felici per quanto fatto per la Piazzetta, sino ad oggi abbandonata, si preferisce criticare la scelta dell’essenza (come se non vi fossero abeti a Lecce) e si richiama persino la redazione di un piano del verde che in sette anni non si è stati in grado di presentare alla Città e per il quale ora si chiedono notizie, come se si potesse licenziarlo in qualche mese. A questi egregi signori, non meglio identificati vista l’assenza di una firma in calce al post, mi sia consentito ricordare che piantare un albero, qualsivoglia albero, è sempre un gesto nobile, qualunque sia lo scopo: aumentare le aree verdi della nostra città, produrre ossigeno, aumentare la biodiversità, festeggiare la nascita di un bambino o, per l’appunto, il Santo Natale (si comprende che questo non interessi a chi è dichiaratamente ateo).

Piantare un albero è una metafora della vita: l’albero che cresce, che affonda le radici nel terreno, che porta le sue chiome verso il cielo, che cambia forma e colore nelle stagioni è simbolo di speranza, di rinascita e di vita (per qualcuno, probabilmente, anche di morte).

Continuino pure a scrivere di Alice e, perché no, anche di Ronzino; questi evidentemente sono gli unici argomenti che qualcuno ha per fare opposizione. Affermano di non essere dei burocrati. Hanno ragione. La verità, molto più semplice e sotto gli occhi di tutti, è che sono tristi: la città vuole rinascere e gli unici a non averlo ancora capito sono solo loro che vivono nel paese delle meraviglie”.