Vini da scoprire: cosa bere con i piatti della nonna

La cucina è emozione e tra i metodi per far riaffiorare i nostri ricordi c’è stimolare il gusto attraverso le ricette di famiglia. Il pranzo della domenica, con i piatti della nonna, era un grande classico e provare a ricrearlo, seppur con un po’ di modernità, potrebbe far emozionare i parenti presenti. In questo articolo vogliamo provare a riproporre i piatti della nonna più tradizionali accompagnandoli con il vino giusto, così da esaltarli al massimo.

Antipasti all’italiana: salumi, formaggi e qualche sott’olio

Non c’è un pranzo della domenica, da Nord a Sud, che non inizi con un classicone: il tagliere. Salumi, formaggi, focaccia o pane fresco e ovviamente qualche sott’olio e sott’aceto.

Come abbinare questa meraviglia? Una bollicina, magari importante. Per occasioni speciali e feste stappare una magnum di Champagne Ruinart lascerà i commensali a bocca aperta. Bollicine fresche, leggermente acide ma bilanciate e dalla personalità unica sanno stuzzicare persino i palati più esigenti.

Il comfort food dei primi piatti

Quando arriva il primo piatto, si fa sul serio. Che sia lasagna, tagliatelle al ragù o risotto all’ossobuco, ci vuole un vino che regga il confronto. Per la pasta al forno o con sughi ricchi, un Chianti Classico Riserva è una scelta sicura: tannini decisi, ma eleganti, e note di ciliegia e spezie che si sposano a meraviglia con il ragù.

Hai una nonna che ama il risotto? Se prepara un classico zafferano con ossobuco, un Nebbiolo delle Langhe saprà tenergli testa: note terrose, buona struttura e grande bevibilità. Per una portata più delicata, come quella con la zucca, punta su un Soave Classico o un Verdicchio dei Castelli di Jesi.

I secondi di carne che lasciano il segno

Qui si entra nel regno del tempo lento e della carne tenera. Un arrosto con le patate, ad esempio, chiama un Barbera d’Asti Superiore: acido, fruttato, con un tocco speziato. Se invece la nonna è una maestra dei brasati, non puoi che ricambiare con… il Barolo. Un match perfetto, potente e armonico.

Per piatti più semplici ma gustosi, come polpette al sugo o scaloppine, prova un Cannonau di Sardegna, generoso e mediterraneo. Oppure, se il secondo è a base di pollo o coniglio, un Lagrein rosato sarà un alleato fresco e sorprendente.

Dulcis in fundo: i vini da dessert

Chiudiamo in bellezza con torte di mele, crostate di marmellata, ciambelle e biscotti secchi. I dolci della nonna non sono troppo zuccherini, e proprio per questo si meritano un vino delicato ma avvolgente.

Una Malvasia dolce di Casorzo è perfetta per la torta di mele. Per le crostate, punta su un Brachetto d’Acqui, leggero, profumato, con bollicine dolci che coccolano il palato. E se in tavola c’è il mitico ciambellone, allora osa con un Passito di Pantelleria: note di albicocca, miele e mandorla che ti faranno chiudere il pasto col sorriso.

I pranzi della nonna sono e restano un rito di famiglia e ora che le generazioni sono passate non ci resta che provare a far rivivere i ricordi della tradizione con un tocco nuovo e personale.